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    FIAS – FARS, Casalecchio di Reno (Bo)


    Periodo di produzione1950 – 1980 ca

    Riteniamo che queste due ditte costruttrici di racchette siano il proseguimento di una nell’altra nel tempo, la FIAS dal 1950 circa al 1960 e la FARS dal 1960 alla fine degli anni ’70. Non siamo riusciti a raccogliere informazioni sulla FIAS. Sappiamo con certezza che il fondatore B. Benaglio, il cui nome appare sul logo di tutte le racchette, era socio di Zanotta, assieme al quale aveva lavorato per la fabbrica Astra e da cui si separò per mettersi in proprio. Da una testimonianza orale di un anziano tennista riportiamo che Benaglio era legato agli ambienti delle scuole di tennis attraverso cui curava la diffusione delle proprie racchette. Non abbiamo trovato i suoi eredi; sappiamo però che ha lasciato una figlia. Della FIAS ci rimangono una mezza dozzina di racchette tra cui alcune Junior. Dagli anni ’60 in avanti ci giungono informazioni su una ditta FARS che operava sempre a Casalecchio. Un’altra testimonianza, e questa comprovata, ci dice che il direttore della FARS nel 1978 dichiarò che la propria ditta possedeva un’esperienza di 40 anni. Questo ci fa ritenere che egli abbia rilevato la precedente FIAS o che sia correlato ad essa in qualche modo: le date e il luogo corrispondono perfettamente per cui ce la sentiamo di affermare che esiste un collegamento temporale tra FIAS e FARS. Dal momento in cui la FARS apparve sul mercato è stata spesso presente in molte fiere specializzate degli anni ’70 ed è stata attiva nel mercato con una buona rete di rivenditori. Agli inizi degli anni ’80 seguì l’amara sorte di tutte le fabbriche che avevano puntato sul legno. Riportiamo parte di un articolo apparso su TENNIS ITALIANO nel 1978 in occasione di un test effettuato sulla racchetta “Fars Match”. “La Fars di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna, costituisce un esempio emblematico della piccola industria italiana; di quella piccola industria che, a differenza delle imprese di medie e grandi dimensioni, riesce a produrre con standard qualitativi di tutto rispetto, guadagna in termini economici e dà serenità ai dipendenti. E’ il caso dalla Fars, azienda che da 40 anni produce racchette, disponendo di pochissime unità lavorative; le sue dimensioni sono poco più che artigianali, eppure questa società è riuscita a realizzare, nel 1978, 26.000 racchette, destinate prevalentemente (per l’80% ) al mercato italiano. Ogni fase di lavorazione, dalla stagionature dei legni al loro assemblaggio, alla verniciatura del telaio, si svolge nella piccola fabbrica di Casalecchio. “L’attribuzione dei compiti – precisa il responsabile della Fars – è precisa. Anche gli obiettivi sono chiari e quindi non deve stupire che tutto il marchingegno funzioni come un orologio”. La Fars produce una dozzina di racchette di tono medio caratterizzate da prezzi competitivi: si parte dai modelli per ragazzo col manico corto e si arriva alla Match, il telaio che la casa ci ha fornito per le prove del mese di giugno. Si tratta di un telaio costituito da otto strati di frassino, legni esotici e fibra; manico e spalla hanno ulteriori rinforzi in fibra. Il solo telaio costa al pubblico 28.500 lire”. L’articolo prosegue con il test tecnico della racchetta giudicata col solito “buonismo” che contraddistingue questi test dove il presentatore è portato sempre ad edulcorare il prodotto.



    Loghi delle aziende

    Modello Kingoley della FARS di buona qualità, ottima laminatura, perfect bilance. Euro 15-20.

    Modello Kingoley della FARS di buona qualità, ottima laminatura, perfect bilance. Euro 15-20.

    Modello Ariete, una delle racchette Fias di migliore qualità, legno laminato di ottima scelta. Euro 30-40.

    Racchetta FIAS di livello medio, manico senza grip. Euro 30-40.

     
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