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    HEAD


    Fondata in Austria nel 1950, la Head deve il suo successo principalmente all’ingegnere aeronautico Howard Head, una mente eccelsa tanto da essere soprannominato ‘The Genius’. La produzione era essenzialmente rivolta al settore dello sci e quando nel 1969 la progettazione di racchette da tennis non dette i risultati sperati il signor Head decise di vendere l’azienda al gruppo americano AMF (American Machinary and Foundry).
    Nonostante il pessimismo dell’ingegnere i suoi progetti si rivelarono decisamente vincenti: il primo, la racchetta Head ‘Competition’ resa celebre da Arthur Ashe ed il secondo rappresentato dalla Head ‘Master’, che divenne la racchetta d’alluminio per antonomasia. Impugnando proprio una ‘Master’ il 20 settembre 1973 al Caesars Palace di Las Vegas Bobby Riggs sfidò Billie Jean King nella memorabile ‘battaglia dei sessi’.
    Con questi telai la Head nel 1970 entrò nel mercato del tennis, distribuita in Italia inizialmente dalla ABC Sales Italia Spa di Cornuda (TV) e poi dal 1974 dalla Mares di Rapallo.
    Nel 1977 la Head ingaggiò quale testimonial il campione argentino Guillermo Vilas e per lui realizzò un telaio in legno con caratteristiche tali da valorizzarne il suo gioco da fondo campo.
    Si trattava della ‘Head Vilas’, un gioiellino che fece subito breccia e che in breve tempo conquistò il cuore dei tennisti di tutto il mondo.
    Nel 1979 nei laboratori di Kennelbach viene sperimentata la realizzazione di una racchetta interamente in fibra di vetro a ‘corpo cavo’, il modello ‘Royal’, otto strati di fibra di vetro rinforzati con graphite, racchetta utilizzata da Vilas agli US Open del 1980.
    Agli inizi degli anni ottanta la casa austriaca, forte di una tecnologia all’avanguardia, era l’indiscussa leader del mercato.
    Alle sue spalle c’erano successi strepitosi come la ‘Master’ e la ‘Professional’ (nelle racchette in metallo), la ‘Drive’, la ‘Swing’ e la serie ‘Arthur Ashe’ (nel metallo- coupond), la ‘Vilas’ (nel legno graphite), la ‘Edgewood’ utilizzata da un giovane Leconte, la ‘Final’ con il sistema ‘string lock’ del polacco Fibak (un rivoluzionario sistema di incordatura dove ogni singola corda veniva tesa e bloccata con degli appositi morsetti), la ‘Specter’ (in fiberglass e carbonio dal caratteristico ovale allungato) e tutta la gamma AFT Allround Fiberglass Tournament.
    Nel 1983 un’importante innovazione che segna l’inizio di una nuova era, la racchetta al 100% in graphite, il modello ‘Special Edition’ in versione Mid e Over Size.
    Del 1985 è la ‘Graphite Pro’, racchetta con la quale Alberto Mancini vince il torneo di Montecarlo e Roma nel 1989.
    Il 1986 è l’anno di nascita della mitica ‘Prestige’, dapprima con la ‘Prestige Pro’ (di colore marrone scuro) e successivamente con i modelli ‘Prestige Tour’, ‘Classic’ e ‘Intelligence Prestige’ telai che a parte il colore avevano poche diversità dal primo modello (solo la ‘Tour’ adottava un’impugnatura particolare denominata ’Suspension Grip’).
    Nel 1989 al campione del momento, Alberto Mancini, viene affidato lo sviluppo della nuova racchetta Head, la ‘Graphite Pro’ con tecnologia ‘double power wedge’. Con l’applicazione di questa tecnica i profili delle racchette (ricordiamo in particolare le serie ‘Polaris’ e ‘Genesis’) iniziarono a subire nuove trasformazioni nella zona della ‘testa’ e del ‘cuore’ al fine di ottenere una maggiore potenza.
    E’ sempre di quel periodo l’applicazione della tecnologia ‘nodal’ che consentiva un maggior sollievo ai sofferenti di epicondilite.
    Gli anni novanta sono caratterizzati dal fenomeno ‘titanio’ ed anche con questo materiale la Head fa da ‘apripista’.
    Nel 1996 André Agassi è il testimonial della serie ‘Radical’ con tecnologia ‘twin tube’ e l’ammaliante Anna Kurnikova nel 1999 lo è della serie ‘Head Titanium’ con la ‘Ti.S2’, il così detto ‘racchettone’ col quale era quasi impossibile non centrare la pallina.
    Altre importanti innovazioni sono scaturite dalle serie ‘Pyramid’ e ‘Pro Tour’ (utilizzata da Kuerten) e la nuova versione ‘Prestige’ con la quale giocò Ivanisevic.

    La lista dei testimonial del marchio Head è lunghissima e tra i più significativi ricordiamo:
    Leconte, Mottram, Pioline, Chesnokov, Murray, Seppi, Gaudenzi, Conchita Martinez, Bracciali, Wheaton, Emilio e Javier Sanchez, Volandri, Pennetta, Simon, Arazi, Karlovic, Dokic, Henin, Safin, Rosset, Verkerk, Pernfors, Youzhny, Gasquet, Grosjean, Wawrinka, Kuznetsova, Enquist, Muster, Mayotte, Roberta Vinci ed altri tra cui anche un John McEnroe già in età … avanzata.
    Al giorno d’oggi oltre al sistema ‘intellifiber’ (fibre di origine piezoelettriche, poste nei punti di maggior flessione del telaio, trasformano le oscillazioni dello stesso in energia elettrica, facendo in modo che tali fibre tornino molto prima delle altre nella posizione in cui si trovavano), è nato anche il sistema ‘liquid metal’(la struttura, o parte di essa del telaio, ha la particolarità d’avere una disposizione molecolare simile ai liquidi con conseguente beneficio di gioco).
    Un discreto successo è stato ottenuto dalla serie ‘Flexpoint’, mentre è in piena evoluzione l’ultima trovata del ‘Graphene’.
    I telai realizzati con questo materiale sono affidati ai campioni Novak Djokovic, Tomas Berdich e Maria Sharapova.
    Ecco perché ieri come oggi la casa austriaca si trova sempre nel gotha del tennis, grazie agli innumerevoli e straordinari ricercatori di cui dispone.

    el ‘78 la casa austriaca si trovava esattamente nella medesima posizione di adesso: forte di una tecnologia all’avanguardia, la sua leadership era indiscussa. Alle sue spalle c’erano successi strepitosi, come la “Master” e la “Professional” (nelle racchette in metallo), la “Drive”, la “Swing” e la serie “Arthur Ashe” (nel metallo-coupond), la “Vilas” (nel legno-graphite) e davanti tanti assi vincenti da giocare: la “Final” con il sistema “string lock” (un rivoluzionario sistema di incordatura dove ogni singola corda veniva tesa e bloccata con degli appositi morsetti), la “Specter” (in fiberglass e carbonio, dal caratteristico ovale allungato), la “Royal Carbon” (in fibra di vetro con ovale classico), la “Confort” (mid-size in graphite-fibra di vetro), la serie “Director” (tre over-size in tre distinti materiali: graphite, legno-graphite, metallo, tutti con ovale allungato), nell’85 la “Graphite Pro” (la racchetta con cui Alberto Mancini vinse Montecarlo e Roma).

    Eccoci all’86, l’anno di nascita della mitica “Prestige”: nata come “Prestige Pro” (di colore marrone scuro), ha subito nel corso degli anni alcuni cambiamenti parziali nel nome (“Prestige Tour”, “Classic”, “Intelligence Prestige”) e nel colore, rimanendo però inalterata nella sostanza (solo la “Tour” adottava un’impugnatura particolare denominata “Suspension Grip”).

    Gli anni ‘90 hanno portato diverse serie di racchette proposte in tre formati di ovale: 600, 660 e 720 cm2 con profili più o meno allargati.

    Il termine del decennio portò in casa Head il fenomeno “titanio” dove tale casa fece sicuramente da “apripista” a tutte le altre aziende.

    Al giorno d’oggi, oltre al sistema “intellifiber” (fibre di origine piezoelettriche, poste nei punti di maggior flessione del telaio, trasformano le oscillazioni dello stesso in energia elettrica, facendo in modo che tali fibre tornino molto prima delle altre nella posizione in cui si trovavano), è nato anche il sistema “liquid metal” (la struttura, o parte di essa, del telaio ha la particolarità di avere una disposizione molecolare simile ai liquidi con conseguente beneficio di gioco). Ecco perché ieri come oggi la casa austriaca si trova sempre nel gotha del tennis, grazie anche agli innumerevoli fuoriclasse di cui dispone.

     



    Head Arthur Ashe Competition 2

    head GLC

    Head Master – 1 (S. Mayer, C. Pasarell, altri)

    Head Specter

    Head Prestige Classic 600 -(G. Ivanisevic, M. Safin, altri)

    Head Professional – 1 (W. Fibak, B. Lutz)

    Head Vilas

    HEAD director

     
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