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    ROSSIGNOL


    Società fondata nel 1907 da Abel Rossignol come azienda tessile e produttrice di sci. Rossignol, appassionato sciatore, usò le sue abilità di carpentiere per creare sci in legno e nel 1937 il francese Emile Allais diventò per tre volte campione del mondo utilizzando sci modello Rossignol Olympic 41.

     E’ solo a partire dal 1977 che la fabbrica transalpina entra nel settore delle racchette tennis la cui produzione viene avviata nei nuovi stabilimenti di Voiron e La Coite Sant André.

    L’esordio avviene proponendo tre telai all’avanguardia:

    – la ‘tr10’ monoscocca a struttura composita metallo-plastica rivestita esternamente in zicral;

    – la ‘tr20’ con ammortizzatore metallico interno del manico;

    – la ‘tr30’ realizzata a doppia scocca metallo-plastica composita nata prevalentemente per il gioco agonistico.

    Quest’ultimo telaio, migliorato in alcuni aspetti, divenne qualche anno dopo l’attrezzo di Johan Kriek, prima in versione ‘R40’ e dopo autografa.

    Le Rossignol venivano realizzate mediante l’assemblaggio di materiali diversi per iniezione le cui caratteristiche consentivano di sfruttare al meglio il rapporto peso-resistenza, ripartizione dell’elasticità ed equilibratura.

    Nel nostro Paese i telai Rossignol vennero presentati al Mias di Milano nel novembre 1977 e a partire dall’anno successivo iniziò la loro distribuzione curata dalla ditta Nicola Aristide & Figlio di Gaglianico.

    Nel 1978, la Rossignol, con un messaggio pubblicitario ‘profetico’ annunciava il suo ingresso: “la racchetta non fa il campione, Rossignol però….ti dà una mano seriamente”.

    Infatti i risultati non tardarono a venire: dopo Kriek si misero in luce con la racchetta metallica ‘Aggressor’ i giovani svedesi Mats Wilander (1980) e Stefan Edberg (1982).

    Nel 1984 André Gomez vinse il torneo di Roma impugnando il modello ‘RT’, attrezzo utilizzato anche in campo femminile  (nella versione di color alluminio del 1981) da Jo Durie.

    Nel 1979 la Rossignol, che produceva esclusivamente telai in materiale sintetico e in metallo, decise di ampliare la gamma delle sue racchette acquistando la ditta americana Garcia la cui produzione era interamente rivolta al legno.

    Tra i telai in legno di maggior successo figura la ‘Strato’ impugnata da Virginia Ruzici e da Josè Luis Clerc, modello forgiato dal legno della ‘Garcia Pro Cragin 240’ di Solomon. 

    Ma il simbolo che identificò al meglio la casa francese fu senz’altro la ‘F200 Carbon’ che, oltre ad una struttura in fibra di vetro rinforzata in carbonio ed un ovale sovradimensionato del 18%,  possedeva il cosiddetto ‘ponte convesso integrato’ che seguiva quello della testa, permettendo alle dieci corde verticali centrali di essere tutte di pari lunghezza, con conseguente miglioramento dello sweet spot.

    Da segnalare, particolari varianti di questo modello, tra cui, l’ampio spazio riservato al logo Rossignol (prima il galletto tricolore e poi la ‘R’) creato alla chiusura del telaio a ridosso del manico.

    Questi due modelli, senz’altro tra i primi della serie, vennero modificati, eliminando il suddetto spazio, nei telai serie F200, F230, F240, F280, F320, F325, F335 VAS-TPU Graphite e Carbon e FT 5.60 VAS, FR 6.80 CPP.

      Questa racchetta dall’originale forma venne prodotta per una decina d’anni  mettendosi in competizione con i modelli più professionali delle case concorrenti. Il successo raggiunse l’apice quando a partire dal 1982 la F200 Carbon venne utilizzata da Mats Wilander: fu un crescendo strepitoso che portò lo svedese sul trono di numero uno mondiale alla fine del 1988 dopo il successo agli US Open.

     Molti tennisti giocarono con questa tipologia di telaio: Catherine Tanvier, Laura Garrone, Ann Grossman, Carlos Costa, Derrich Rostagno, German Lopez, Jonas Svensson (il suo attrezzo, ‘Vectris 9000 DP’ si aggiudicò nel 1990 l’Oscar dell’innovazione), Katerina Maleeva, Larisa Savckenko, Magdalena Maleeva, Malivai Washinton e altri ancora.

      Poi, come per uno strano gioco del destino, nel tentativo di uniformare nella forma la produzione di racchette, al pari degli altri telai in commercio, iniziò la parabola discendente.

     Dopo l’ultima ‘stranezza’ messa in commercio a fine anni ’90, la ‘9R Yellow Power’, racchetta che all’altezza del delta recava un piccolo ponte obliquo, non seppe più mantenere una adeguata posizione di mercato tanto da sparire di fatto dai listini specializzati.

     Altri testimonial di questo marchio sono stati: Fritz Buehning, Tim Wilkinson, Tim Mayotte, Harold Solomon,, Franco Merlone, Gianni Marchetti, Eric Deblicker, Ycaza e Viver.

     



    Rossignol Strato

    Rossignol concorde

    rossignol Elite

    Rossignol F200 carbon – (M.Wilander)

    Rossignol Johan Kriek carbon

     
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