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    WILSON


    Parlare delle Wilson è un po’ come mettersi ad elencare o contare le stelle nel firmamento. Parlerò più dettagliatamente dei modelli proposti in quel magico periodo che segnò il passaggio fra le due ere. Atleti prestigiosi, soprattutto americani e, ancor più possibilmente ai vertici delle classifiche, sono, oggi come ieri, i testimonials preferiti dalla filosofia aziendale della Wilson (come dire “il meglio al meglio”, in un gioco di parole), che sceglie di sponsorizzare quelli che saranno i campioni di domani fin da ragazzini.

    La caratteristica predominante delle racchette Wilson, almeno quelle in legno, era la robustezza derivata da un maggior spessore degli strati di legno impiegati e da una certa spigolosità degli stessi. La serie “Jack Kramer Autograph”, dedicata al più forte giocatore del dopoguerra e ideatore del professionismo, era composta da due telai simili esteriormente ma differenti per rigidità ed, insieme alla “Pro Staff”, autentico armadio con sembianze di racchetta da tennis, erano le racchette più comunemente conosciute.

    Vi erano poi la “Chris Evert Autograph”, dedicata alla campionessa statunitense, la “Advantage”, utilizzata da Dick Stockton, la “Stan Simth Autograph”, più un sacco di racchette di media qualità firmate un po’ da tutti i campioni: Jimmy Connors, Vitas Gerulaitis, ecc.

    Nel metallo, la regina era sicuramente la “T2000” (di cui si è parlato già in precedenza): Jimbo Connors giocò con questa racchetta quasi fino al traguardo della pensione.

    Vi era poi la “World Class”, con cui un evergreen Rosewall deliziava, ultraquarantenne, le platee del mondo con il suo magico rovescio.

    L’avvento del racchettone e della graphite portò alla scomparsa di tutte queste racchette; l’unica che sopravvisse brevemente fu la “Pro Staff”, probabilmente perché erano ancora vivi i colpi di sciabola e fioretto che con questa racchetta portava SuperMac.

    “Extra”, “Cobra P.W.S.”, “Sting”, “Tempest P.W.S.”, “Jawelin ‘95”, “Ultra P.W.S.”, “Galaxy P.W.S.”, “Legacy ‘95”, “Mid-Size 80/20”, “Autograph Mid-Size”: questi erano i nomi delle new entry, tutte mid o over-size di nuova generazione, costruite con materiali (per allora) all’avanguardia. Le basi per un fibrillante futuro erano gettate.

    Le tappe successive più importanti furono, nel 1986, la “Pro Staff Mid-Size” (successivamente denominata “Pro Staff Original”), 85 sq.inch.; nell’88 la “Profile” avviò l’era dei profili allargati, seguita a ruota dalla “Hammer”, capostipite di tutta una serie di racchette che utilizzava tale rivoluzionario sistema, dove il peso complessivo ultra leggero del telaio era compensato da una maggiore massa in testa alla racchetta.

    Seguì il sistema “Sledge Hammer”: racchette a testa triangolare, che però in Italia ebbero poco seguito.

    Arrivò, quasi ai giorni nostri, la fibra “hyper carbon” dove, utilizzando una piccola percentuale (10-20% massimo) di tale fibra di carbonio (quattro volte più rigida della comune graphite), si potevano ottenere racchette più leggere e molto toste.

    L’ultimo ritrovato Wilson è il sistema “Triad” dove la racchetta, composta in due parti, è unita nel mezzo da un elastomero, migliorando in tal modo l’assorbimento delle vibrazioni del telaio.

    Il futuro vedrà sicuramente il marchio statunitense, sempre in posizione di leader rispetto agli altri marchi, come sempre lo è stato in questo quarto di secolo.



    Wilson Chris Evert Autograph –

    Wilson Jack Kramer Autograph (black) – V. Gerulaitis, T.

    Wilson Jack Kramer Autograph (red, newer) – (V. Gerulaitis, T. Austin, H. Mandlikova, altri)

    Wilson Jack Kramer Pro Staff – (J. McEnroe, K. Curren, altri)

    Wilson Pro Staff 6.0 – 01 (P. Sampras, S. Edberg, J. Courier, altri)

    Wilson Stan Smith Autograph (firmata)

    Wilson T2000

    Wilson Chris Evert Pro Staff

    Wilson Jack Kramer Autograph Midsize

    Wilson legacy

    Wilson Soft light

    Wilson Ultra PWS

     
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