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    Spillette


    Per un patito di tennis questi stemmini, mini figure, scritte o loghi metallici smaltati si trasformano spesso nel più piccolo souvenir che un appassionato può conservare, dell’essere stato presente ad un grande evento. Chi ha la fortuna di trovarsi a Parigi o a Wimbledon, a Melbourn o al Flushing Meadow non può resistere alla tentazione dell’official shop o della bancarella all’umana necessità di portarsi via una scheggia di quel sogno, da piantarsi sul petto per far vedere che “io c’ero”. E queste piccole schegge di sogno metalliche costano anche poco, pochi dollari, pochi franchi, marchi o sterline. Per il collezionista quello delle “£pins” (originariamente il termine inglese era “pin’s up”, “spille in evidenza” dal verbo “to pin”, “appuntare”) è un mondo luccicante, variopinto e in continua evoluzione. Un fenomeno mondiale che però trova in Europa il massimo dell’interessa. Una nazione su tutte: la Francia, culla della “pinsmania” una moda che, manco a dirlo, nasce con il tennis e cioè con l’edizione 1987 degli Open di Francia quando per la prima volta venne distribuita una tiratura limitata di spallette celebrative del torneo. Il fenomeno pins, nato qualche decennio fa con i collezionisti di mostrine militari, si è poi diffuso in tutti i settori: Ciò che fa il pregio dell’oggetto è, come è facile immaginare, il materiale utilizzato ma soprattutto la tiratura limitata. Un valore che sale con il passare del tempo. Maggioe pregio avrà la versione con la dicitura “Media”, distribuita soltanto ai giornalisti accreditati alla manifestazione. Francia ( e belgio), come dicevamo culla del collezionismo, ma momento clou negli anni di inizio le Olimpiadi di Atlanta, con una produzione sterminata per tutte le discipline sportive, tennis compreso. Chi si sente attratto da questo mondo può cominciare a muoversi per mercatini e mercato ondine ma ci sono anche negozi specializzati. A Parigi i punti d’incontro pare siano il negozio Colonia de Sant Jordi (24, Rue Saint-Martin), mercatino Carrè Martigny e il bar Romani (6.rue Caumartin). Oltre ovviamente ai vialetti del mitico Roland Garros, quando il torneo va in scena. (Enzo Anderloni)



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