• Home Page
  • Collezionismo
  • Perchè farsi socio
  • Archivio
  • Collezioni dei Soci
  • Storia

  •  

    MATS WILANDER


    Mats Wilander, che era uscito sconfitto da quella finale e dalla precedente al Roland Garros, faceva parte della “New Wave” svedese, cioè di quell’ondata di ragazzini scandinavi eredi naturali del grande Borg e quasi tutti stilisticamente impostati a sua somiglianza. Seppure il suo gioco di estrema regolarità difettasse della devastante potenza dell’Orso, Mats si era imposto nell’82 come il più giovane vincitore di slam nella storia del nostro sport, trionfando sulla terra rossa di Parigi, non ancora diciottenne, dove aveva “messo nel sacco” un gattaccio selvatico come l’esperto Vilas. Il biondino svedese deteneva un altro record che testimoniava, seppur così giovane, la sua coriacità: nella semifinale di Coppa Davis era riuscito a portare al quinto set, per sei ore di lotta, un John Mc Enroe nel suo periodo migliore. Fino alla soglia dei diciassette anni Willy (chiamato così dai suoi compagni di squadra) aveva mulinato i suoi colpi arrotati da fondo campo con una “Aggressor” in metallo della Rossignol, la stessa racchetta che utilizzava un altro svedese terribile di nome Edberg; si trattava di un attrezzo in lega di alluminio, di costruzione abbastanza semplice e di rapida realizzazione; infatti, rispetto agli elaborati telai in legno, che necessitavano di tutto un procedimento ed una lavorazione complessa della materia prima, o rispetto alle nuove racchette in graphite che utilizzavano macchinari allora costosi con numerose fasi di lavorazione, un telaio in metallo consisteva in un profilato piegato ed assemblato ad un cuore centrale in materiale plastico mediante quattro viti e poco più. Per competere sul circuito maggiore ed agguantarne i primi straordinari successi, Mats si armò di una nuova racchetta di casa Rossignol: la “F200 Carbon”. Il binomio Wilander-“F200” durò tantissimo: molti anni dopo, nel 1987, Willy diventò numero uno del mondo utilizzando ancora questa racchetta costruita quasi totalmente in fibra di vetro intrecciata con un 10% di carbonio; il piatto corde era un mid-size (+18%) dal caratteristico “ponte inverso integrato” che consisteva in una curvatura del cuore contraria, per avere le corde centrali di uguale lunghezza, migliorando così il centro utile di battuta. Tale attrezzo si distingueva per una elasticità molto marcata, ma probabilmente era una caratteristica che apparteneva solo alla versione messa in commercio.



    Wilander

     
    Torna indietro