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    MAXIMA, Milano


    Periodo di produzione 1936-1992 ca

    La storia della ditta più importante mai avuta in Italia ci viene raccontata da Riccardo Pietra, figlio del fondatore e oggi amministratore delegato della Babolat. Vogliamo dare tuttavia da parte nostra alcune informazioni sul momento storico in cui nasce la Ditta. Pier Giovanni Pietra era un buon tennista nei favolosi anni dei Moschettieri francesi e di Suzanne Lenglen. Nel 1929, stava per appendere la racchetta al chiodo quando venne contattato dalla Dunlop che cercava propagandisti per le proprie palline. L’idea piacque al giovane Pietra che con questa scusa trovava l’occasione per restare nell’ambiente del tennis. Trovò un collaboratore in un altro “prima”, Giorgio Stanley Prouse, un neozelandese venuto in Italia a studiare canto ed assieme cominciarono a commercializzare i prodotti Dunlop, compresa la famosa Maxply. Le cose andarono benissimo finchè arrivarono nel 1936 le Sanzioni col conseguente blocco delle importazioni. Pietra e Prouse fanno un semplicissimo ragionamento: visto che non possiamo importare le racchette, proviamo a costruirle noi in Italia. Ecco la scintilla da cui nasce la Maxima. Ecco quanto ci dice Riccardo Pietra:

    “Maxima viene fondata a Milano nel 1936 da Pier Giovanni Pietra e Giorgio Stanley Prouse entrambi appassionati giocatori di tennis, classificati Prima Categoria. A causa delle sanzioni decretate dalla Società delle Nazioni, non potendo più importare sul mercato italiano le racchette di produzione inglese, decidono di lanciare una racchetta tutta italiana, con il nome Maxima. Il primo e principale produttore delle racchette Maxima è la Sirt di Bordighera, fondata agli inizi del secolo, che proprio a causa delle sanzioni non può più esportare la sua produzione in Inghilterra e in altri paesi. Nasce così la famosa Maxima Torneo che diventa immediatamente leader di mercato e resta la racchetta più venduta e più apprezzata in Italia fino agli anni ’80. Altri modelli prodotti da Maxima prima della guerra sono le Excelsa, Indomita, Imperia, Intrepida, Invicta, Superba, Suprema, Juventus, Junior, dal nome di chiara impronta romana ed imperiale, come usava durante il ventennio.

    Tutti i grandi campioni italiani, da Giorgio De Stefani a Gianni Cucelli ed i fratelli del Bello, da Nicola Pietrangeli e Beppe Merlo ad Adriano Panatta, Lea Pericoli, Barazzutti e Bertolucci, hanno giocato con Maxima.

    Subito dopo la guerra, con la riapertura dei mercati internazionali, Maxima diventa l’importatore e distributore di Babolat e Dunlop. Alla Maxima Torneo si affiancano nuovi modelli: negli anni ’70 inizia la produzione di racchette placcate in fibra di vetro, nel 1975 viene presentata la prima racchetta completamente sintetica in fibra di vetro e resina epossidica: la Synthesis.

    A fine anno ’70, nel periodo del boom del tennis, in Italia venivano vendute da Maxima:

    – 90.000 racchette Maxima Torneo
    – 107.000 racchette Maxima di altri modelli
    – 72.000 racchette Dunlop

    E’ di questo periodo lo slogan: “un tennista su tre gioca con Maxima”. Inoltre venivano esportate 45.000 racchette coi marchi Maxima e Sirt.

    Nel 1980 appare la Torneo Grafite con inserti in grafite, poi i primi “racchettoni” in fibra di vetro e grafite, quali Maxer Mid e la linea Evolution. Nel 1986 Maxima presenta due racchette disegnate da Giugiaro: la Logic e la Classic. Nel 1989 la linea Profiline, poi le Vantage e le Balance.

    Nel 1992, dopo quasi mezzo secolo di collaborazione, i soci della Maxima acquistano una partecipazione nella società francese Babolat, leader mondiale nel settore delle corde per tennis e delle macchine per incordare. Subito viene presa la decisione di produrre racchette con il marchio Babolat, che vengono presentate prima in Francia e successivamente su altri mercati. Nel 1995 Babolat rileva il marchio Maxima e fonda la filiale italiana. Nel frattempo le racchette Babolat conquistano i mercati di tutto il mondo ed in Italia sostituiscono gradualmente le racchette Maxima.”



    Logo Maxima

    Una racchetta Amasi Mod. Fritz … (Amasi. Prono nome della Maxima). Il grip sul manico è stato applicato successivamente. Euro 100-120.

    Una storica racchetta del 1942 quando ancora sul manico appariva lo stemma sabaudo assieme al fascio. Euro 80-100.

    Modello “Intrepida”. Poche le racchette Maxima senza grip giunte fine ai nostri giorni, eppure la ditta iniziò tardissimo ad applicare le avvolgiture sul manico. Euro 70-80.

    L’elegante modello Aristocrat, considerato “flexible” degli anni ’70. Euro 20-25.

     
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